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Dal 26 febbraio al 22 giugno 2025 Palazzo Reale a Milano (Piazza del Duomo, 12) ospiterà “Io sono Leonor Fini”, una delle più importanti e complete retrospettive mai dedicate alla pittrice, scenografa, costumista, scrittrice e illustratrice Leonor Fini, tra le più importanti figure del ‘900.  

La mostra, un viaggio nell’universo visionario e ribelle dell’artista italoargentina traslato in un percorso che include circa 100 opere, tra cui 70 dipinti, disegni, fotografie, costumi, libri e video, propone un’approfondita rilettura in chiave contemporanea dell’intera opera dell'artista che ha attraversato da protagonista la scena culturale europea dagli anni Trenta del Novecento sino alla fine del secolo, lavorando a un immaginario formale dal tono onirico, unico anche tra le esperienze surrealiste. 

NABA, come Partner, si occuperà della curatela del Public Program della mostra con l’impostazione di un palinsesto di appuntamenti sui temi della moda, del costume, del design e dell'arte.  

 

Il Public Program della mostra a cura di NABA  

Il Public Program della mostra curato da NABA approfondisce la presenza di Leonor Fini nel quotidiano. Dopo l’apertura della mostra prevede infatti quattro incontri pubblici presso Palazzo Reale, ingresso gratuito fino a esaurimento posti, e il Campus NABA di Milano (Via C. Darwin 20), moderati da Clara Tosi Pamphili (Course Leader Biennio Specialistico in Fashion and Costume Design e Fashion Heritage Advisor), sulle tematiche della moda, del costume, del design e dell’arte, in cui sarà possibile approfondire, grazie alla presenza di esperti di settore e figure di rilievo, la figura poliedrica di Leonor Fini in tutte le sue sfaccettature. 

Il 20 marzo si terrà il primo incontro, “Il corpo sognato”, che analizza l’immagine dell’artista come figura contemporanea senza una vera definizione identitaria. Con Lorenzo Seghezzi (Alumnus, Docente NABA e fashion designer), Riccardo Scaburri (Creative Director, Alumnus e Docente NABA) e Jonathan Bazzi (scrittore) si discuterà dell’identità fisica contemporanea, misurando quanto del coraggio artistico di Leonor Fini abbia caratterizzato la nostra libertà di espressione attuale. Seguirà anche un’esplorazione di come la moda e la letteratura possano scrivere nuove trame e storie da vivere, anche indossando abiti come personaggi e non più come persone. 

Il 3 aprile è la volta di “La forma di Leonor”, il secondo incontro che approfondisce la frequentazione di un’aristocrazia colta da parte dell’artista, ripercorre le sue origini triestine ed esplora l’eleganza della decorazione nel design. Con Maria Vittoria Baravelli (curatrice d’arte) Gentucca Bini e Arthur Arbesser (entrambi designer e docenti NABA), ispirati dalla Milano Design Week, si discuterà di forme e forma, della trasgressione di Leonor Fini nella dimensione dell’abitare, ma anche la sua eleganza esistenzialista che disegna un ambiente internazionale intorno alla sua figura. 

15 maggio, all’incontro “Né abiti né costumi”, si parlerà di costume e dell’abito della diva, icona di stile, con Gianluca Sbicca e Carlo Poggioli (costumisti di Teatro e Cinema di esperienza internazionale), profondi conoscitori dell’esigenza e del capriccio di una diva, ma anche el suo valore e, quindi, della difficoltà di creare il costume giusto. La rassegna si chiuderà infine il 19 giugno con un incontro nel Campus NABA di Milano con l’appuntamento “Les muses insoumises: Leonor Fini e le artiste surrealiste”, che prevede un dialogo tra il curatore Marco Scotini, Tiziana Villani (filoaofa e scrittrice), Antonella Huber (studiosa di museologia e museografia) Elvira Vannini (storica dell’arte) accompagnato da reading group, set display e interventi artistici e performativi elaborati dagli studenti del Dipartimento di Arti Visive. Il talk racconterà come Leonor Fini abbia rifiutato di unirsi ufficialmente al gruppo Surrealista, rigettando l’idea tradizionale che André Breton aveva delle donne.